Architettura

L’edificio anche se incompleto, resta uno dei più importanti esempi dell’architettura Peruziana, ed unico esempio di Palazzo dei primi del XVI in Siena.

Il Palazzo, si sviluppa su Piazza Gramsci, angolo Via del Cavalerizzo, Via dei Montanini, ed è formato principalmente de due parti ben distinte: “La Fabbrica Nuova” costruita su disegno di Baldassarre Peruzzi (1520) e La Fabbrica Vecchia e cioè un Convento di Suore ed una Torre già esistenti che sarebbero dovute essere poi inglobate nel completamento della facciata e cioè dal progetto di rivestimento delle due strutture. La prima si affaccia sulla Piazza, e su Via del Cavallerizzo evidenziata dalla facciata con originario paramento ed intonaco (ormai del tutto scomparso) e finestre incorniciate con soprastanti timpani; l’altra prospiciente via del Cavallerizzo, ingentilita dalle decorazioni cinquecentesche in travertino che vano a riquadrare le finestre dei due piani nobili e dei rispettivi piani ammezzati, Sempre in materiale lapideo sono le trabeazioni di partitura dei piani, su paramento in mattone facciavista; La seconda prospiciente l’angolo Via del Cavallerizzo con Via dei Montanini (Via Francigena) è rimasta immutata dalla fine del XIII sec.

L’ingresso principale oggi è situato su Piazza Gramsci (mentre nel progetto Peruziano era su Via del Cavallerizzo) ed è formato da un androne voltato a botte ribassata e dalle scale di accesso ai quattro piani superiori. Le suddette scale sono formate da due rampe con muro di spina centrale e soffittate da voltine, che portano ai piani alti dell’edificio dove si trovano le Residenze del Palazzo.

All’interno la corte cinquecentesca presenta due ordini di logge nei due piani nobili definiti da eleganti colonne con sovrastanti capitelli corinzi e dorici.

Il Palazzo dichiarato “di particolare interesse storico” dal Ministero per i Beni Culturali ricordando che il Palazzo gode di tale Vincolo Storico sin dal XVII sec.

 

 

 

Dimora Storica: Gli Affreschi

La Cappella

Nella Cappella in corrispondenza della campata centrale, nel riquadro della volta, è rappresentata ‘La Storia di Giona’. L’affresco presenta i caratteri della maniera Peruzziana. È un’Opera condotta con molta castigatezza e da mano esperta con le figure ben delineate.

Nella prima banda si scorge Giona che fugge sopra una grossa nave e, poi gettato in mare, cade nella gola della Balena che lo stà aspettando.

Nella altra banda si vede lo stesso Giona oramai anziano e Profeta predicare, di sopra un sasso, al Popolo di Ninive o a quella parte di popolo dei Niniviti che redenti al suo predicare cadono in preghiera riconoscendolo quale loro Profeta.

 

 

L’affresco con la Storia di Giona nella Cappella è oggetto di attribuzioni contrastranti. Molti lo attribuiscono a Baldassarre Peruzzi, (allorchè fuggito da Roma causa il Sacco di Roma), spogliato di ogni suo avere fece ritorno a Siena.

Qui fù onoratamente ricevuto e aiutato dai suoi concittadini rimanendovi per altri due anni (1529). In questo periodo si presume che Egli abbia compiuto l’affresco di Giona. Altri secondo ultimissimi studi attribuiscono l’affresco a Marco Pino allievo del Peruzzi.

Comunque la Cappella e l’annesso affresco fù sicuramento eseguito in previsione di uno dei matrimoni in casa Francesconi: e cioè o nel 1539 matrimonio di Baptista (figlia di Bernardo Francesconi) con Girolamo di Lattanzio Tolomei oppure nel 1540 del matrimonio dello stesso Francesconi (in seconde nozze) con Caterina Saracini. In detta Cappella poi si celebrò nel 1553, in seconde nozze, il matrimonio tra Baptista Francesconi rimasta vedova con Girolamo Piccolimini.

Tali due matrimoni della figlia Baptista Francesconi con un Tolomei prima e con un Piccolomini dopo vengono ricordati negli elementi Araldici presenti nelle mensole del cornicione del Palazzo, a memoria della Unione di detti Casati. La Cappella è tuttora utilizzata dalla famiglia per cerimonie di rimembranza.

 

Le Grottesche

Richiami Storici

La più celebre delle forme capricciose della cultura occidentale è quella che prende il nome di Grottesca. Si tratta di un genere che nasce nelle’arte romana, in cui temi principali sono tralci vegetali, candelabri, figure umane, fantastiche e mostruose, tutti impaginati senza un’apparente logica narrativa spaziale.

Se nel Medioevo, furono ibridi mostruosi e droleries a mantenere un ruolo di rilievo la riscoperta della cultura antica del XV secolo portò a un recupero sempre più deciso delle forme ornamentali classiche. Una spinta fondamentale venne dalla scoperta della Domus Aurea, attorno agli anni Ottanta del Quattrocento: Il sontuoso palazzo di Nerone che giaceva sepolto da più un millennio! I primi esploratori che si calarono al suo interno per un fortuito cedimento del tufo sulla volta sottostante, ne ricevettero l’impressione di trovarsi in una serie di Grotte tutte affrescate. Furono immediatamente avvisati gli Architetti della Fabbrica di San Pietro (Michelangelo Buonarroti e Baldassarre Peruzzi) che calandosi al loro interno ne rimasero profondamente colpiti. È questo il motivo per cui (come raccontava Benvenuto Cellini) le particolari decorazioni che vi si trovavano vennero chiamate “Grottesche” Ma più di ogni altro ne rimase colpito Raffaello che da quel momento dipinse le Raffaellesche Grottesche con uno straordinario successo, accentuato dal loro impiego nelle Logge Vaticane realizzate nel 1518 da Raffaello. Da questo momento Le Grottesche divennero una componente ineludibile delle decorazioni di sale o di gallerie di importanti strutture.

 

 

Sala Le Grottesche Sec XVI

Nel Primo Piano Nobile del Palazzo ala Ovest si può ammirare l’affresco a “Grottesche” che si stende su tutta la volta a crociera ogivale a tutto sesto con proiezione quadrata. Nella chiave di volta quadripartita della Sala quadrata di bella e variata invenzione spicca in mezzo l’Arme dei Francesconi. Tale Grottesche dalla tradizione attribuite a Baldassarre Peruzzi, solo ultimamente attribuita dal Bagnoli, a Bartolomeo di David amico e allievo di Baldassarre Peruzzi. L’iscrizione, tutt’ora ben visibile in loco, si trova nel lato nord della sala in uno dei quattro tondi che servono di spartimento alla volta stessa, ove è effigiato un piedistallo di una colonna ove si legge: BERAR. FRAN. MDXXVII (vedi foto). I disegni fantastici, con figure umane e mostruose intervallate da tralci e simboli esoterici avvolgono in una magia il visitatore.

 

 

Il Salone Dorato

Il Salone neo-rinascimentale presenta volte d’ogiva più complesse con nervature multiple e con sviluppo di costoloni. Essa presenta due chiave di volta. Gli spazi tra gli archi diagonali e quelli perimetrali detti a punto Vele sono separate da nervature dette Costoloni. Gli archi a sesto acuto hanno una proiezione rettangolare. Le Vele sono decorate a Grottesche e con peducci con maschere in gesso dorato. Nelle due chiavi di volta si possono ammirare due nudi di bellezze femminili, una con capigliatura corvina l’altra biondo miele. Il fondo oro su cui sono sdraiate presenta una lucentezza incredibile rapportata al tempo. Ma qui si apre un mistero giacchè le nudità erano state coperte da due cartoni di pianta circolare raffiguranti una coppia di puttini di allegoria celestiale. Il Sacro sul Profano!… Tali Puttini sono stati incorniciati e lasciati in bella mostra in ricordo della copertura del Sacro sul Profano e sono stati posizionati sulla parete nord della sala. Tale salone è stato oggi utilizzato quale camera da letto con un letto a baldacchino del ‘700.

 

 

La Sala Musica

Questa sala presenta una volta neo-rinascimentale a vele decorate. Si ammira un Medaglione centrale raffigurante Artemide nelle vesti di Luna, alla maniera del Pinturicchio. Tale affresco nel suo contenuto sembra omaggiare la libreria Piccolomini del Duomo di Siena. Ciò probabilmente in onore del matrimonio di Baptista Francesconi con Girolamo Tolomei. (vedi foto)

 

 

Salone Da Pranzo

Questa sala Neo-Cinquecentesca presenta un soffitto a travi di legno con Tessere o Sbacchere con mascheroni e conchiglie.  Al di sotto una larga fascia  affrescata con figure fantastiche a grottesche. La sala ha nella parete principale tra le due finestre un caminetto con marmi a breccia mischi con in centro un fine Bassorilievo in marmo bianco raffigurante Leda e il Cigno. (vedi foto)

 

 

Sala Bar

Questa sala di passo utilizzata oggi quale ambiente bar presenta un soffitto neo-classico con volta affrescata a monocromo con losanghe perimetrali contenente teste di leoni. (vedi foto)

 

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