La leggenda narra che nell’VIII sec. a.C. Romolo, il fondatore di Roma, inviò il condottiero Camulio per catturare i nipoti Aschio e Senio. Camulio, pose qui il suo accampamento e il luogo prese il suo nome, trasformato in Camollia nel corso degli anni.
La leggenda narra che nell’VIII sec. a.C. Romolo, il fondatore di Roma, inviò il condottiero Camulio per catturare i nipoti Aschio e Senio. Camulio, pose qui il suo accampamento e il luogo prese il suo nome, trasformato in Camollia nel corso degli anni.
Centro e cuore della città, questo luogo rivoluziona l’idea stessa della piazza italiana medievale, rifiutando, spazialmente, l’imposizione di una planimetria convenzionale e, concettualmente, qualsiasi commistione fra potere pubblico e potere religioso.
Nata su un terreno fragile e fangoso, su cui convergevano le piccole vie dell’antica città, la piazza per secoli ha rappresentato un grosso problema urbano per Siena.
Fu proprio in epoca romana che il luogo venne bonificato completamente, restando però un centro periferico. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio, e il futuro ”Campo” era uno spazio per i mercati, appena laterale rispetto alle principali strade di comunicazione che passavano per la città.
Uno dei capolavori del Medio Evo senese. La chiesa di Santa Maria dei Servi sorge sul colle dominante la Valdimontone dove un tempo si trovava l’antica chiesa di S. Clemente, rinnovata dai Serviti a partire della fine del Duecento.
La chiesa prese così il nome esteso di S. Clemente in Santa Maria dei Servi. Le vicende della chiesa sono lunghe e complesse; essa fu ingrandita nel secolo successivo: nel 1416 la scala venne eliminata a favore della ‘piaggia’ che ancora oggi introduce all’ingresso principale; la chiesa venne poi radicalmente trasformata, secondo un impianto rinascimentale, a tre navate, tra il 1471 ed il 1527. La sua consacrazione avvenne nel 1533, anche se, cosa comunque frequente nelle chiese toscane, la facciata non fu mai del tutto completata.
Porta Romana, la più imponente delle porte senesi. Realizzata nel 1330 a sostituzione della vecchia Porta S. Martino. La porta con un grandioso antemurale è ornata sopra mensoloni da due lupe in pietra attribuite a Giovanni di Stefano. Sotto l’arcone del prospetto, si trovano i resti dell’Incoronazione della Vergine, a cui lavorarono Taddeo di Bartolo e il Sassetta. Da questo accesso, così importante, perché collegava la città a Roma e, quindi, al Papato, si apre uno splendido panorama sulla campagna senese.
La costruzione del complesso comprendente la chiesa e il convento, iniziata intorno al 1225, si dice dopo la visita a Siena dello stesso San Domenico, fu conclusa dopo circa quaranta anni, cioè intorno al 1262/65.
Nel Trecento la chiesa fu ampliata in stile più gotico e nel 1361 iniziarono i lavori per il coro. La struttura ci è giunta fino a oggi, nonostante gli incendi rovinosi del 1443 e del 1531; le occupazioni delle milizie spagnole nel 1548 e nel 1552; il terremoto del 1798.
Opera insigne dell’architettura nazionale ed europea. Vi si accede dalla via del Capitano, arrivando alla Piazza del Duomo.
L’edificio di culto domina la spianata, con il suo lunghissimo fianco policromo (bianco e nero, colori della città) e la sua ricchissima facciata che quasi si nasconde rispetto alla mole complessiva. La cattedrale prese il posto di un edificio più antico, un Castrum romano, trasformato nell’Alto Medio Evo in una struttura di proprietà vescovile che constava di una piccola cappella. Il primo nucleo del Duomo, oggi scomparso, risaliva alla fine del XII secolo (tradizionalmente si vuole che la consacrazione risalga al 18 Novembre 1179), ma i principali lavori e la completa trasformazione si ebbe all’inizio del XIII secolo ad opera del geniale architetto Nicola Pisano che inizia a lavorare qui dopo il 1215 e, dopo la sua morte, lascia il cantiere a suo figlio, Giovanni Pisano. Dal genio dei due architetti-scultori vengono la cupola, compiuta nel 1263, coperta con lastre di piombo e culminata da una ‘mela’, sfera di rame dorato (la lanterna è invece un rifacimento in stile del 1667), il campanile, ottenuto da uno preesistente, e, soprattutto, la facciata, splendida, divisa in tre portali.
Una delle più belle pinacoteche d’Italia per la ricchezza e il valore delle opere. L’importante raccolta di capolavori della pittura senese del Tre-Quattrocento, esposta nella Pinacoteca Nazionale di Siena, è giunta fino ai giorni nostri grazie alla preziosa opera di conservazione dell’abate Giuseppe Ciaccheri, che già nel XVIII secolo riunisce quello che diverrà, dopo varie vicissitudini storiche, il nucleo centrale dell’attuale esposizione. Nel 1915 il patrizio Senese Niccolò Bonsignori lascia il proprio palazzo all’Amministazione provinciale affinché vi si istituisca un museo. Nel 1932 la Pinacoteca viene inaugurata nelle sale dell’antico Palazzo e dell’attiguo Palazzo Brigidi.
L’ingresso è semplice ed elegante, il portale introduce al cortile rinascimentale con delle scale d’accesso ai piani. Accanto alle scale si scorge un sarcofago romano, mentre nel cortile un tabernacolo conserva un affresco quattrocentesco e sovrasta un lavabo antico e un altro sarcofago.
L’ordine delle sale è essenzialmente cronologico ed è davvero un tuffo in una delle più eccelse scuole pittoriche del Medio Evo e del Rinascimento: quella senese.
La visita inizia dal secondo piano, dove si trovano le prime sale che conservano le prime opere senesi databili intorno al XII-XIII secolo.
PALAZZO COLI BIZZARRINI PIVA 01057290528 Piazza Gramsci 27, Siena
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